sabato 17 febbraio 2007

RECENSIONE di Opera Narrativa

Questo breve libro di Giovanni Buzi, pubblicato dalle Edizioni Tabula Fati, presenta sei racconti inediti, tutti molto brevi, ma decisamente il punto di forza è l’eleganza della narrazione, e l’autore, attingendo alla sua esperienza di pittore, sembra che dipinga con le parole, modellandole in sfumature insolite, delicate e aspre allo stesso tempo, quasi una poesia mascherata da prosa.
Molto spesso abbiamo letto opere di Buzi e dobbiamo ammettere che nel panorama della letteratura italiana difficilmente si trova uno stile così personale, così caratteristico da rendere l’autore riconoscibile tra tutti già dalle prime righe. E con piacere.
Le atmosfere di questi racconti sono morbide e immmobili, quasi sospese nel tempo. La chiave non è l’azione, ma atmosfera, il disegnare con poche pennellate. Riflessivi e diafani, ci permettono di arrivare al cuore dei personaggi, assaporandone le angosce e i sentimenti. E non importa che siano racconti di genere, di un horror così raffinato… il lettore troverà lo stesso quello che cerca, perché le persone e i sentimenti, sono sempre gli stessi, non dipendono dal genere.
Magistrale, volendo fare un solo nome, il racconto Vetro, a tratti commovente e delicato quanto i petali di una rosa.
Alchimie d’Amore e di Morte si legge in un paio d’ore, lentamente, assaporandolo. E ti lascia dentro una sensazione ovattata.

http://v3.operanarrativa.com/node/755

sabato 27 gennaio 2007

RECENSIONE di Renzo Montagnoli

I desideri più nascosti, le ossessioni che albergano nell’intimo di ogni essere umano possono esplodere all’improvviso in forme e contenuti del tutto inaspettati. Nella realtà ci capita di vedere fatti di cronaca di una violenza inaudita, ma se si tratta di scrivere in proposito, ricorrendo alla creatività, nessuno meglio di Giovanni Buzi ne è capace. Autore eclettico, a volte anche eccessivo, in questi sei racconti ha trovato il giusto equilibrio per proporci altrettante storie di ordinaria follia che sconfinano nel soprannaturale.
E quando si va oltre il limite della percezione umana, Buzi è un maestro nell’inventare trame, forse di per sé non particolarmente originali, ma privilegiate, per non dire rese uniche, da uno stile del tutto inconfondibile che attrae inevitabilmente il lettore.
Così è tutto un susseguirsi di visioni oniriche, di quadri surreali, al cui risalto non poco concorre anche l’indole artistica dell’autore per la pittura.
Un tocco di pennello qua, uno là, e i colori, sempre particolari, concorrono a formare un caleidoscopio di immagini di rara efficacia.
Al riguardo, penso bastino due esempi:
“Sfumatura rosa arancio su tessuto bianco. Lino tanto sottile da sembrare impalpabile, quasi uno scherzo della luce.” (da “ Suor Maria Degli Angeli”)
“ Verde, il colore del mantello e del cappuccio era verde muschio, come quegli occhi.” (da “Sotterranei”).
Ecco, in entrambi i casi, chi legge vede immediatamente e faccio notare che la descrizione non è per nulla laboriosa e si ammanta di un’aureola di poesia; in fin dei conti avrebbe potuto dire solo che gli occhi erano verdi, e invece l’indicazione degli abiti identici nel colore agli occhi configura meglio il soggetto, è un’immagine che si forma nella mente e che vi si imprime.
Per quanto i generi dei racconti non siano simili, restano pervasi dallo stesso alone di mistero che finisce con il legare indissolubilmente le pagine con la naturale, spontanea curiosità del lettore.
Non sono in grado di dire quale dei sei mi sia piaciuto maggiormente, ma forse il primo (Suor Maria degli Angeli) per l’ambientazione e l’epoca è quello a cui vanno le mie preferenze.
Per concludere, mi preme evidenziare come sia una lettura, per quanto intensa, anche assai piacevole.

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=1652